Trinummus

di Tito Maccio Plauto

Teatro di Segesta

Regia: Domenico Pantano

Con: Domenico Pantano, Marco Prosperini, Orazio Alba, Veronica Baleani, Maria Lauria, Paolo Ricchi, Krzysztof Burzacky Bogucky, Vittorio Chia

Scene di Gianluca Modio

Costumi di Ilenia Gurnari

Movimenti coreografici Barbara Cacciato

Realizzazioni scene OCSA 

Note:

 

TRINUMMUS (LE TRE MONETE) è la commedia plautina che si avvicina di più a Terenzio — l'altro poeta comico latino del II sec. a.C., schiavo e bellissimo probabilmente l'ultima in ordine di tempo.
La commedia è datata, circa, 190 a.C.
Sicuramente tra le meno rappresentate.
Forse è la più morale nello scarsamente morale teatro plautino.
Nel TRINUMMUS il moralismo è molto chiaro:
parlando di un campo, ad esempio si dice: “Bisognerebbe seminarvi i cattivi costumi se, a forza di sotterrarli, finissero per ridursi a zero”.
Il concetto di “dote” viene ampiamente sottolineato diventando motivo di orgoglio e di responsabilità e di contrasto da parte di Lesbonico per sposare la sorella Soteride con l’amico Lisitele, giovane innamorato che intende superare la consuetudine cittadina, ma comunque molto rispettoso degli insegnamenti del padre, Filtone.
Si tratta in sostanza di un quadro di vita “borghese”, in una non identificata città di mare, dove appunto contrastano la virtù e laboriosità degli anziani (Carmide e Callicle) e la dissipatezza di alcuni giovani ( Lesbonico ), con il contorno di amici, di pettegolezzi e vicende varie che si risolvono comunque in un lieto fine in cui la virtù è premiata e l'errore perdonato. Interessante la sottolineatura di due tipi di giovani, i “buoni” e, almeno per il momento, i “cattivi”.
I primi saranno un buon esempio e un aiuto per i secondi.
Al testo originale di Plauto sono state introdotte due donne, Fronesia e Soteride, che non esistono: si parla soltanto di una di esse, ma senza nominarla .
Le due figure femminili introdotte, (cercando di renderle il più possibile plautine), creano nuove situazioni nella Commedia che tuttavia è sostanzialmente rispettata quanto alla trama e alla conclusione.
La Commedia, in greco è intitolata “Il tesoro” e ne è autore Filemone; Plauto ne ha fatto la versione in latino e l'ha intitolata “TRINUMMUS” (LE TRE MONETE).
SINOSSI.
Carmide, un padre guerriero — girovago, alla continua ricerca di fortuna, lascia i due figli in affidamento ad un amico, Callicle, per affrontare l’ennesimo viaggio.
Allo stesso amico confida che dentro la casa dove abitano i figli è nascosto un tesoro, imponendogli di non rivelare mai a nessuno il segreto.
L'amico non vedendolo più tornare, ed assistendo al libero sfogo di uno dei figli, Lesbonico, che reclama continuamente monete per il proprio vizio dissipando il patrimonio e mettendo in vendita la casa, temendo di perdere il tesoro, compra le proprietà del padre per poche mine.
L'intenzione di Callicle non è quella di approfittare del giovane Lesbonico in stato di bisogno, ma quella di salvare la casa e il tesoro restituendoli all'amico Carmide nel momento in cui sarebbe tornato.
Nessun futuro per i due giovani, nonostante Soteride la sorella, viva una richiesta di matrimonio da parte di un giovane Lisitele, benestante del luogo.
Mentre i servi, Stasimo e Fronesia, tramano modi per avere consenso al matrimonio visto che non c'è più dote per la rabbia di Filtone, padre di Lisitele, si evidenziano: posizioni, caratterialità dei singoli personaggi, dediti al gioco della difesa dei propri piccoli interessi.
La tresca è sul punto di riuscire, con buona pace di tutti, quando torna inatteso, naufrago e solo, Carmide il padre, che all'oscuro di tutto rivive in modo distorto gli avvenimenti, passando da una disavventura personale all'altra, prima che la verità si ristabilisca.
L'equivoco, l'inganno, la complicità tra i singoli personaggi, determina un mondo piccolo, fatto di manie, pettegolezzi, travestimenti, desideri vietati, e fanno delle TRE MONETE, già commedia comica latina, un’opera di grande attualità, in cui l'assenza di potere genera chiacchiere.

Foto DOMENICO PANTANOTRINUMMUS