INFERNU

INFERNU
Da Dante

Alba

Teatro Antico

Regia BERTA CEGLIE
Con: Berta Ceglie, Giovanni Carta, Valenti Virgilio, Sergio Greco, Roberto Carrubba, Pierfrancesco Scannavino, Alessandro Caramma, Tecla Guzzardi, Antonio Lombardo,Turi Scandura, Michelangela Cristaldi
Ensemble: Chiara Cavallaro,Chiara Coco, Tecla Guzzardi, Ida Grasso, Lucia Nicolosi.
Dominatori del fuoco Turi Scandura, Concita Lombardo
Coreografie SERGIO PLATANIA
Costumi GABRIELLA FERRERA
Sound effect Sergio Greco

Note: Un viaggio è sempre un’esperienza formativa, sia esso un viaggio reale, sia esso un viaggio virtuale.L’esperienza umana e letteraria di Dante Alighieri è stata più volte ispirazione di “fatti” artistici teatrali,non solo per l’argomento trattato nella sua “Commedia”, ma soprattutto per le figure tratteggiate con lapenna dei valori immortali dell’umanità. Abbiamo preso spunto dalla traduzione in siciliano di Tommaso Cannizzaro della Divina Commediadantesca, non solo per “orgoglioso” piacere e vicinanza linguistica e geografica, ma per “i colori” chela lingua siciliana riesce a dare in ogni sua declinazione. In questo modo, il genio e l’arte del poetafiorentinovengono assimilati e riproposti per un “nuovo” pubblico, che conosce già il testo in “volgare”e quindi potrà apprezzare la versione in siciliano, resa agibile e accessibile dalla messa in scena neiluoghi “d’oltre tomba”, che la Sicilia ha. Per questo il nostro spettacolo può, a buon diritto, essere rappresentato nella fucina di Efesto (gole dell’Alcantara, Etna), nella cattedrale di sale (sotto terra, a Realmonte), nel Cretto di Burri (a Gibellina),presso il lago di Proserpina (Pergusa, Enna), ovvero in luoghi di chiaro richiamo turistico (dal teatro diSegesta al bosco del santuario di San Martino le Scale), sicuri del fatto che il connubio tra paesaggio,costruzioni artistiche e arte scenica sia una grande proposta culturale, della quale la Sicilia non puòesserne privata. La nostra operazione vuole discostarsi dalla mera “erudizione”, lasciando spazio al “divertimento” delsapere, all’apertura mentale, che è la base per la libertà, quella per la quale lotta il popolo siciliano, sindai Vespri, come ricorda anche Dante nella sua Divina Commedia (Par. VIII, 73-75), e merita di avere.