Principesse senza corona
Calatafimi Segesta, Circiara
Regia di e con Barbara Gallo
Voce specchio e fruttivendolo Mimmo Mignemi
Note:
Un folle e divertente percorso teatrale, ”psicoanalitico” ,vissuto da una donna che vive nella realtà, ma che si moltiplica in tante donne diverse a partire dall’ immaginario comune delle fiabe. Fiabe vissute, interpretate e non raccontate in maniera tradizionale, per adulti che non vogliono dimenticare di essere stati bambini.
Le Principesse di questo spettacolo, sono donne vere: Cenerentole fragili e nevrotiche,”Grimildi ”ossessionate dalla bellezza estetica ,vittime di lifting e liposuzione, accecate dalla rabbia contro la giovane Biancaneve che sono state in passato, accanto a principi senza cavallo, spogliati del loro potere ( signori di mezza età, incastrati dai” mi piace” su facebook, da imbarazzanti messaggini ,da immagini di donne provocanti, di grottesca sensualità).Il tema della bellezza ,standard, omologata, comincia nell’ adolescenza .Ma si , può rimanere ingabbiati, da adulti, nella schiavitù di chi ha paura di non essere accettato se non adeguandosi a dei canoni di bellezza, modaioli ,finti e uguali per tutti.
Si assiste ad uno spettacolo scintillante, intriso di situazioni paradossali, dove realtà e finzione si confondono, il valzer diventa tango, i principi lottano contro le tasse, facebook spia i nostri amori e watsapp, ne diventa complice. Il ritmo dello spettacolo travolge con lo stesso ritmo della vita, e gli spettatori vengono coinvolti per una totale identificazione con le problematiche di coppia , credendo di assistere ala messa in scena della propria vita ,nel tempo di un respiro…
Sinossi:
Una bambina entra in scena, con la vivacità e la fiducia che si può avere nella vita, quando la nostra esperienza è una meravigliosa pagina bianca , tutta da colorare.
Ci racconterà della sua nascita , così come le hanno fatto credere gli adulti, in un comico monologo ,animato da foglie di cavolo e cicogne, che dovrebbe essere la fiabesca spiegazione del suo ingresso nella vita.
Ma qualcosa, non funzionerà….
In un ritmo travolgente, sulle note di un tango di Piazzolla, questa bambina diventerà la protagonista adulta, di fiabe che qualcuno ha scritto per lei, e che tradiranno quell’ ideale di felicità che le avevano promesso.
La fiaba di Biancaneve e i sette nani, sarà vissuta, , da una moderna Grimilde, over 50 , prototipo di tante donne di oggi, ossessionata dalla paura di diventare vecchia . La sua potenziale
saggezza di donna matura ,viene seppellita dal mito di una finta e omologata bellezza estetica, in balia dei commenti dello specchio magico, in competizione con l’adolescente Biancaneve .La voce dello specchio e del fruttivendolo, di Mimmo Mignemi, contribuiscono a dipanare il gomitolo della storia, in un gioco tragicomico, dentro il sottile confine tra fiaba e realtà.
E Cenerentola? Che cosa le accadrà, adesso , dopo tanti anni di matrimonio con il principe azzurro e due figli adolescenti? I suoi figli non vivono nella dimensione della fiaba. Sono reali, problematici, contraddittori. Contestano il sogno dei loro genitori, a volte sono capricciosi, sono fragili. Cenerentola continua a danzare e cantare , con un sorriso pieno di speranza ,a casa, nei colloqui con i professori, come in un fiabesco” truman show”. Ma una verità sorprendente, si nasconde nelle sue scarpe di vetro .Dopo una esilarante confessione interattiva con il pubblico ,Cenerentola, troverà il vero significato della sua storia. Bisognerebbe avere il coraggio, di vivere i nostri veri sogni e non quelli che qualcuno ha scritto per noi. E anche noi adulti dovremmo insegnare ai ragazzi a scoprire la fiaba” vera” scritta nel loro cuore.
Crediamo ancora nelle fiabe? Marcello Marchesi, in “Essere e benessere ”,sosteneva. -E’ sbagliato raccontare le fiabe ai bambini, per ingannarli. Bisogna raccontarle ai grandi per consolarli!
