MILES GLORIOSUS

MILES GLORIOSUS
di Plauto

Teatro Antico

Regia: ROMANO BERNARDI

Con:
TUCCIO MUSUMECI, MIKO MAGISTRO, DODO GAGLIARDE
e con:  Evelyn Famà, Plinio Milazzo, Margherita Mignemi, Riccardo Maria Tarci, Giovanni Vasta

Spettacolo in esclusiva per il Calatafimi Segesta Festival 2018 - Dionisiache

Note: Miles gloriosus (Il soldato fanfarone anche tradotto Il soldato millantatore,il soldato spaccone) è riferito al soldato Pirgopolinice, un millantatore vanaglorioso, noto per le sue spropositate e infondate vanterie. Ma il soldato verrà punito dal solito servo furbo che, alleato con altri personaggi, permetterà alla ragazza, rapita dal soldato, di ricongiungersi con il suo padrone. In realtà, quasi la metà dei versi escono dalla bocca del servo Palestrione, che è il vero protagonista della scena, con i suoi piani che gli fanno più volte meritare il titolo di architetto. È la commedia più lunga di Plauto (1437 versi), quella più ricca di dialoghi a scapito delle parti cantate (solo il 5%) e una di quelle con il maggior numero di personaggi (quelli parlanti sono ben dodici). L'intreccio del Milesgloriosus si basa su due motivi fondamentali: l'intrigo amoroso, per il quale i due protagonisti maschili, Pirgopolinice e Pleusicle, sono impegnati a contendersi l'amore di Filocomasio, e la beffa ordita dal servo, grazie al quale il giovane Pleusicle rientrerà in possesso dell'amata. La presenza, accanto all'inganno principale, di una beffa "minore" ordita dallo schiavo Palestrione alle spalle dello schiavo Sceledro, e finalizzata a convincerlo del fatto che Filocomasio abbia una sorella gemella, inserisce nell'intreccio un altro tema caro a Plauto, quello dei simillimi o del doppio. Anche in questa commedia il personaggio dello schiavo svolge una funzione metateatrale: tocca a lui, infatti, architettare, organizzare e mettere in scena in qualità di "regista" una serie di ludificationes, cioè di beffe destinate ad essere rappresentate dagli altri personaggi, come accade a Filocomasio, chiamata a recitare il ruolo della propria gemella, o alla cortigiana Acroteleuzio, che assume invece il ruolo di moglie di Periplectomeno.