L'osso che canta in Sicilia

Una fiaba di magia tra oralità e scrittura

Collina del Tempio

Una Conferenza spettacolo ideata da Sergio Bonanzinga (Università degli Studi di Palermo) 

con la partecipazione di Francesca Chimento, Barbara Crescimanno e Michele Piccione 

Note:

Con il titolo convezionale
L’osso che canta si usa indicare una fiaba di magia diffusa in tutta l’area europea. Nelle Isole Britanniche la medesima narrazione è diffusa anche sotto forma di ballata.
L’intreccio si può così sintetizzare:

1) un giovane (o una giovane) uccide il fratello (o sorella) e lo seppellisce (o getta il cadavere in uno specchio d’acqua);

2) dalle ossa dell’ucciso, o da una pianta cresciuta sul luogo della sepoltura (o dell’annegamento), un passante (pastore, menestrello, giullare, mendicante, contadino) ricava uno strumento musicale (flauto o piffero, zampogna o cornamusa, arpa, violino) oppure una sua parte (a esempio il bocchino di un corno secondo la variante presente nella celebre raccolta dei fratelli Grimm);

3) nello strumento s’incarna l’anima del defunto che attraverso il suono - canto accusa il responsabile dell’omicidio. Anche in Sicilia la fiaba è presente, e in tutte le varianti attestate nella letteratura demologica sono incluse delle parti cantate, anche se la melodia utilizzata nel canto viene rilevata all’inizio del Novecento esclusivamente dal musicista - etnografo Alberto Favara.
Nel corso della conferenza - spettacolo verranno letti e drammatizzati i testi del cuntu attestati nella
letteratura folklorica ed etnomusicologica (Gonzembach, Pitrè, Grisanti e Favara) e mostrati i filmati
di alcuni fra più significativi esempi rilevati nella tradizione orale contemporanea.