Eumenidi

Accedemie a Segesta

Teatro di Segesta

THEATRON - Teatro Antico alla Sapienza

Ideazione e regia: Adriano Evangelisti

Coordinamento: Anna Maria Belardinelli

Costumi: Cicci MuraHerika Di Fazio

Musiche: Chris Haigh

Aiuto Regia: Francesca Pimpinelli e Luigi Di Raimo

Assistene alla Regia: Elena Placanica

Assistente all'organizzazione: Miriam Petrini e Maria Messina

Fonico: Gabriele Cavallari

Elementi di scena realizzati dagli studenti del Caravaggio per l'attività di A.S.L.

Tradotto da: Priscilla Bonifazi, Domiziana Scarafoni, Giovanni Chessari, Alessia Edvige Attivissimo, Tommaso Suaria, Tancredi Anzalone, Tiziano Presutti, Domitilla D'Onofrio, Ludovico Oddi.

Corso di Laurea Magistrale in Filologia, letterature e storia del mondo antico con la collaborazione di Luca Bruzzeze e Ketty Galiano

Interpretato da: Alessia Edvige Attivissimo, Alessandra D'Aloisi, Mattia Spedicato, Costanza Frasso, Annaclare Sileo, Roberta Sciuto, Alice Pesce, Stefano Ferrari, Fabrizio Cavallo, Veronica Pia Lauriola, Sara Mazzoni, Christian Casinelli, Tommaso Suaria, Carolina Teresi, Matteo D'Aristotile, Elena Giuliano, Giulia Buscema, Alessia Giallorenzo, Luigi Lucà, Leonardi Calderali, Ludovica Maria Sciortino, Bianca Buzzi, Eleonora Massaro, Salvatore Rossella, Francesco Biagetti, Benedetta Petrini, Elena Sofia Midena, Francesca Amoroso, Lorenzo Vitrona, Simone Peppone Fortunati, Priscilla Bonifazi, Aurora Cesaroni.

 

Note:

La vendetta di sangue costituisce l'unica possibilità di risoluzione in una comunità nella quale non

esiste la Giustizia garantita da leggi e tribunali, bensì un sistema di patti, giuramenti e dinamiche di azioni e reazioni. Questo convincimento ha armato la mano di Oreste contro la madre e proprio il suo gesto efferato convince Atena ad istituire la prima assemblea della storia. In un simile contesto primitivo, dominato da sentimenti arcaici ed istintivi come la violenza ed oscuri e primitivi come la rabbia, diventa necessario ed’improrogabile per la Dea erigere una istituzione nuova: il suffragio, potente e rassicurante come la ragione,avrà il compito da ora e per sempre di regolare definitivamente il vivere civile. La volontà divina si incarna così in quel voto dirimente ed incarnandosi si attua: il divino prende forma nell’umano, e l’Uomo, guidato e non più solo dal Dio, può definitivamente salvarsi.

Se quindi è vero che il delitto è da considerarsi un gesto necessario e indispensabile alla costituzione di un ordine nuovo, è altrettanto vero che la mano di Oreste non è stata ferma e risoluta

nell’atto di macchiarsene. Oreste, infatti, ha interrogato Pilade, ha dubitato, ha avuto bisogno di sostegno, segni evidenti di una malcelata esitazione. Possono allora le furie che gli si palesano, che si scatenano contro di lui e che lo inseguono non essere altro che i suoi sensi di colpa? Possono essere dunque visioni,proiezioni, deformazioni di sé, frutto della sua mente? Possono per questo vincolarlo, tanto da impedirgli in ogni senso di proseguire la sua esistenza? Eumenidi ha il merito di essere una tragedia innovativa e forse la più ardita della trilogia eschilea: per il finale fausto, per il principio sul quale si fonda e per il gran numero di eccezioni alle regole,sia nella struttura sia nella trasgressione dei canoni spazio-temporali aristotelici. Le infinite suggestioni e potenzialità della parola greca hanno quindi suggerito soluzioni forse inusuali che, per quanto inaudite,intendono proporre una lettura inedita ma “intonata”, finanche nell’immagine visionaria che conclude la messa in scena.