Comunicato stampa del 30.07.2019

  • UN INTRAMONTABILE CLASSICO ACCENDE L’ESTATE DEL TEATRO ANTICO DI SEGESTA, 1, 2 e 3 AGOSTO ARRIVA L’ANFITRIONE CON DEBORA CAPRIOGLIO E FRANCO OPPINI
    I PROGRAMMI DEGLI SPETTACOLI AL CASTELLO EUFEMIO E DELLE NOTTI IN MUSICA
    Un grande schermo bianco che scandisce il ritmo di un’ora e venti circa di spettacolo, una scenografia essenziale ma emozionante e delle musiche intense affidate a Luciano Francisci: sono le caratteristiche della nuova proposta teatrale dell’Associazione Culturale Teatroper del maestro Fausto Costantini, in coproduzione con SiciliaTeatro, diretta dal maestro Sebastiano Lo Monaco. Il capolavoro ha un nome noto ai più ed èAnfitrione di Tito Maccio Plauto che presenta una compagnia d’eccezione e che andrà in scena giovedì 1, venerdì 2 e sabato 3 agosto, alle ore 19.45, nello splendido Teatro Antico di Segesta. Lo spettacolo è inserito all’interno del ricco programma del Calatafimi Segesta Festival, diretto da Nicasio Anselmo. Il cast è formato da una bellissima Debora Caprioglio che ben si sposa artisticamente sul palco con l’attore Franco Oppini ; in più lo spettacolo gode della partecipazione della giovane e sensuale attrice Barbara Bovoli. Degna di nota è la sapiente regia di Livio Galassi. Al centro della trama Giove che, preso d’amore per Alcmena, ha assunto le sembianze del marito di lei, Anfitrione, mentre costui combatte contro i nemici della patria. Gli dà manforte Mercurio, travestito da Sosia il servo di Anfitrione; egli si prende gioco, al loro ritorno, del servo e del padrone. Anfitrione fa una scenata alla moglie; e i due rivali si danno l’un l’altro dell’adultero. Poi si scopre il tutto; Alcmena dà alla luce due gemelli.
    Sul palco, dunque, ad attrarre il pubblico gli dei dell’Olimpo, per coinvolgerlo con la spudorata beffa che solo una divina perversione può architettare, a danno dell’ignaro Anfitrione di cui Giove ha preso l’aspetto per sostituirsi a lui nel talamo nuziale accanto alla bella Alcmena; protetto però dalla sadica complicità di Mercurio che ha assunto le sembianze del servo Sosia.
    Plauto dà sfogo alla sua fantasia quando Anfitrione ritorna vittorioso dalla guerra, dando libera uscita al “gioco dei doppi”: al centro della scena gli equivoci, lo smarrimento di identità che conduce a contemporanee alienazioni. La trama si complica, fino al più esilarante, inestricabile parossismo che solo il “deus ex-machina” riuscirà felicemente a sbrogliare. Uno stile elevato ma d’impatto, una trama complessa ma resa con competenza adatta ad un pubblico ampio che saprà anche generare la risata, e magari una riflessione. I costumi per gli attori sono stati curati da Annalisa Di Piero. L’aiuto regia e l’organizzazione sono di Ludovica Costantini.
    CASTELLO EUFEMIO DI CALATAFIMI SEGESTA: PROGRAMMA DI GIOVEDÌ 1 E SABATO 3, IO E PIRANDELLO DI SEBASTIANO LO MONACO E ACETO DI COCO’ GULOTTA
    Al Castello Eufemio di Calatafimi Segesta, sempre nell’ambito delle Dioniache 2019, giovedì 1 agosto, alle 21,30, “Io e Pirandello”, di e con Sebastiano Lo Monaco, con la regia di Salvo Bitonti. Musiche Dario Arcidiacono, elementi scenografici a cura di Massimo Voghera, con la collaborazione degli studenti dei corsi di scenografia Chiara Cosentino, Isabella Giannone, Veronica Cicirello, Francesca Caldarola, Debora Navicella, Milena Bertone, Manuela Allegri, Ilaria Villagrassa, dell’Accademia Albertina Delle Belle Arti Di Torino. Elaborazione immagini a cura di Luigi Palladino del corso di fotografia di Fabio Armerio. Direttore di scena Matteo Bianco. Produzione Siciliateatro. I costumi sono forniti dalla Sartoria della Fondazione I.N.D.A. di Siracusa diretta da Marcella Salvo.
    Io e Pirandello è un recital interpretato e voluto fortemente da Sebastiano Lo Monaco. La vita dell’attore siciliano e quella dello scrittore Luigi Pirandello si incontrano, si contaminano, si intrecciano. Spiritualmente insieme sul palcoscenico per raccontarci di un teatro vissuto visceralmente. Sebastiano Lo Monaco ci trasporta in una Sicilia lontana, ma non dimenticata, per farci riassaporare i sapori e gli odori della sua infanzia e della sua adolescenza: gli aneddoti della sua storia personale sono il filo conduttore per raccontarci l’incontro con il teatro attraverso la tragedia greca (numerose le citazioni e le interpretazioni di autori come Sofocle ed Euripide), che lo porteranno poi, in età matura, all’incontro spirituale con Luigi Pirandello. Una somiglianza oramai anche fisica, quella tra l’attore e l’autore, che li ha portati a condividere idealmente le gioie e i dolori della vita. Ecco che allora emerge un Pirandello poco conosciuto, un Pirandello delicato, intimo, a tratti ironico. L’autore siciliano prende forma davanti allo spettatore per mostrarsi nei panni di un uomo come gli altri, capace però di mettere su carta le sfumature della realtà. E attraverso di lui anche Lo Monaco si mette a nudo, ssi racconta intimamente per la prima volta sul palcoscenico, per mostrare la sua “maschera nuda”, il suo volto segnato, ma capace di trasmettere passione e calore.
    Al Castello Eufemio di Calatafimi Segesta, sempre nell’ambito delle Dioniache 2019, sabato 3 agosto, alle 21,30, “Aceto”, l’orrida vicenda dell’avvelenatrice di Palermo nell’applauditissima commedia grottesca scritta e diretta da Cocò Gulotta con gli attori e i musicisti della Compagnia di Muralia: Cocò Gulotta, Nicola Prestigiacomo, Sebastiana Eriu, Margherita Avvento, Alberto Di Rosa. Un racconto grottesco, in forma di Teatro – Canzone, ispirato alla truce vicenda di Giovanna Bonanno, meglio conosciuta come “la Vecchia dell’Aceto”, abile avvelenatrice che visse e fu impiccata nella Palermo della fine del XVIII secolo. La Vecchia aveva scoperto un micidiale veleno, sistema infallibile per uccidere senza essere sospettati né scoperti. Ne confezionava delle caraffine che poi vendeva alle mogli adultere ed “impudiche” che volevano liberarsi dei loro scomodi e disgraziati mariti. Di Giovanna Bonanno hanno parlato molti storici e scrittori siciliani (Rosario La Duca, Luigi Natoli etc.), narrandone la terribile storia dalla scoperta del veleno, al processo, fino all’impiccagione avvenuta il 30 luglio del 1789 in piazza Villena, a Palermo. Cocò Gulotta prende spunto solo in parte dai documenti storici e letterari che riguardano l’avvelenatrice e, nell’immaginare l’ultimo giorno di vita della Bonanno, trascorso nell’Oratorio della Confraternita dei Bianchi, costruisce un testo dallo stile squisitamente comico-grottesco: un gustoso “fumetto nero”! Protagonisti del racconto, oltre alla cinica e diabolica Vecchia, sono Giacomo D’Angelo (un serial-killer freddo e razionalista) e Bernardo La Fata (un ladrone ingenuo e romantico).
    NOTTI IN MUSICA PROGRAMMA DI VENERDI 2 E SABATO 3 AGOSTO
    Per le Notti in musica, venerdì 2, alle ore 22, “Duettango”, un omaggio ad Astor Piazzolla, con la voce di Silvia Mezzanotte, Filippo Arlia al pianoforte ed Enrico Corapi al contrabasso.
    Prima “notte bianca”, sabato 3 agosto, alle ore 22, “Rosa la cantatrice del Sud”, omaggio a Rosa Balistreri, con la voce di Debora Troìa, assieme a Tobia Vaccaro, storico chitarrista della Balistreri, e Wanda Modestini al violoncello. Una pièce musicale per voce recitante e canto che che ripercorre un viaggio nella vita, nella storia e nella musica di Rosa Balistreri, attraverso i canti della tradizione popolare siciliana. Il concerto esposto in forma cameristica ha come protagonista l’intensa vocalità di Debora Troìa. Lo spettacolo si avvale degli arrangiamenti del noto compositore Mario Modestini che per Rosa Balistreri ha composto diverse opere teatrali, tra cui la celeberrima “Ballata del sale”. Rosa Balistreri, una donna che ha rivestito la forza del suo essere con un’antica sapienza popolare che le ha restituito la spinta per combattere le avversità della sua tormentata esistenza. Dalla vita fatta di stenti nelle campagne siciliane sino agli incontri con i grandi personaggi della cultura del secondo ‘900 italiano: Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, Dario Fo e Leonardo Sciascia. Una voce ora forte e possente, poi leggera e delicata, carica di vibrazioni e sfumature. Il racconto della vita di Rosa Balistreri vuole essere l’occasione per raccontare la vita di una donna che ha saputo combattere e non ha mai smesso di lottare per la propria terra e per i propri sogni.
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Comunicato stampa del 29.07.2019

  • DIONISIACHE 2019: MARTEDI’ 30 E MERCOLEDI’ 31
    PRIMA NAZIONALE “ELENA” DI EURIPIDE
    Proseguono a Segesta, nel teatro antico, gli spettacoli del Calatafimi Segesta Festival Dionisiache 2019, direzione artistica di Nicasio Anzelmo, con la prima nazionale martedì 30 alle 19,45 (replica mercoledì 31 ore 19,45) di “Elena” di Euripide nell’adattamento, scene e regia di Nat J. Filice. In scena Marco Silani, Benedetta Nicoletti, Mario Massaro, Andrea Puglisi, Alessandra Chiarello, Mirko Iaquinta. Aiuto regia Miriam Guinea, musiche originali di Susanna Dibona e Salvatore Sangiovanni, realizzazione scenografica Gino Veneruso, costumi Essa Kuyateh, elaborazioni video Valerio Massimo Pilke.
    “Questa versione dell’Elena di Euripide – spiega Filice – esplora, come il testo richiede, il tema del doppio ripreso e scandito in una dinamica scenica che si allontana dal tragico per toccare la sponda del comico. Si tratta di un testo depurato dal sangue e dai morti che caratterizzano il genere tragico. In questo caso – aggiunge il regista – Elena non è la fedifraga che il mito tramanda, causa della lunga e sanguinosa guerra di Troia, ma un’anima rapita dalla moglie di Zeus e sottratta al marito Menelao. L’incolpevole eroina euripidea si trova così lontana dai grandi eventi del mondo antico, in una sorta di confino egiziano in cui la donna vive di memorie e di malinconie. Tuttavia, l’azione, attraverso una lunga serie di equivoci e scambi di persona, risulta vivace e divertente. La scenografia – conclude Filice – è caratterizzata dal colore bianco, che rende particolarmente suggestiva l’incidenza delle luci e delle proiezioni che ricreano con accuratezza e realismo lo scenario architettonico naturale”.
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Comunicato stampa del 27.07.2019

  • SABATO 27 E DOMENICA 28 AL TEATRO ANTICO DI SEGESTA “LE DONNE AL PARLAMENTO”, DI ARISTOFANE; CON GIORGIA TRASSELLI, GIANCARLO RATTI.
  • DOMENICA 28 PER << NOTTI IN MUSICA SULLA COLLINA DEL TEMPIO>> “TOSCANINI IN JAZZ”.
  • LUNEDI’ PRIMA NAZIONALE “TROIANE” REGIA DI SALVATORE CANNOVA
Dopo il debutto di venerdì sera, prosegue in replica sabato 27 e domenica 28 in replica (ore 19,45), nel teatro antico di Segesta, nell’ambito del “Calatafimi Segesta Festival – Doniasiache 2019”, con la direzione artistica di Nicasio Anzelmo, “Le Donne al Parlamento” di Aristofane, traduzione di Ettore Romagnoli, regia di Giancarlo Sammartano, con Giorgia Trasselli (1), Giancarlo Ratti (2), Paolo Floris e Tommaso Sassi. Tra gli interpreti anche Elisa De Paolis, Maria Beatrice Giovani, Vanessa Littera, Alisia Pizzonia, Marco Rinaldi, Alessandro Zinna, Ludovica Alvazzi Del Frate. Scena e costumi Daniela Catone, musiche Stefano Marcucci.
Il governo alle donne. Alcune donne, capitanate da Prassagora, stanche del malgoverno imperante ad Atene, si riuniscono a notte fonda per definire il loro piano: munite di bastoni, calzari e mantelli sottratti agli ignari mariti addormentati, con l’aiuto di barbe finte si recheranno per tempo all’Assemblea, occuperanno la maggioranza dei posti e, presentata la rivoluzionaria proposta – Il governo alle donne!- la faranno facilmente approvare. Sarà un terremoto politico, sociale e culturale. Di questo il pubblico sarà informato – insieme a Blèpiro, marito di Prassagora, rimasto a casa in mutande, da un certo Crèmete. I due, dopo l’iniziale sconcerto, convengono che la cosa avrà in fondo i suoi vantaggi: gli uomini privati sì del potere, saranno però liberi da impegni e potranno darsi alla dolce vita. Alla base del nuovo regime c’è il comunismo dei beni e delle donne: con l’abolizione della proprietà privata si eviteranno furti e rapine. Nessuno infatti avrà più interesse a rubare ciò che è anche suo. E con le donne in comune non ci sarà più certezza di paternità, cosicché ogni bambino, ogni ragazzo rispetterà come possibile genitore ognuno degli adulti. Inoltre il nuovo sistema decreta la parità assoluta tra le donne giovani e le vecchie, tra le belle e le brutte. Ne discende che ogni cittadino che voglia accoppiarsi con la giovane e bella che più gli aggrada, dovrà prima soddisfare la più brutta delle vecchie. Il sistema però, di sorpresa in sorpresa, mostrerà i suoi comici e surreali intoppi, fino allo scioglimento di un lieto fine culinario, non senza un malinconico sorriso per la mancata rivoluzione delle donne.
“A quasi 2500 anni dalla grande stagione della democrazia ateniese sotto i tetti crollati delle ideologie del ‘900 – spiega il regista Giancarlo Sammartano – si sono esaurite molte energie positive, molte coscienze luminose si sono spente. L’utopia del mutamento cede mestamente al realismo del possibile. Il teatro, povero nella sua natura materiale, fragile per la sua viva fisicità, per sopravvivere deve almeno avere qualche idea, costruire intorno a sé. Così queste Donne al Parlamento (nella traduzione di Ettore Romagnoli, che al rigore della filologia, sa mescolare un boccaccesco sarcasmo teatrale) – prosegue il regista – sono, per Fondamenta Teatro e Teatri, l’approdo consapevole al Maestro de Le Nuvole, de Gli Uccelli, de La Pace, quell’Aristofane che conosceva così bene l’arte di coniugare riso e malinconia, nostalgia del passato e speranza del futuro. La sua maschera, il suo gesto, la sua sapienza filosofica del mondo mostrano ancora i poli di un dibattito inesauribile tra la bellezza immutabile di una natura crudele e la deformità travolgente della società degli uomini. Le Donne al Parlamento – aggiunge – sono così esercizio di stile, funambolismo teatrale tra dizione e gesto, azione collettiva, petulante allegria e malinconia della sera; nostalgia di un valore perduto chissà dove, spazzato via tanto tempo fa con le briciole della giovinezza. Il paradosso comico del mondo alla rovescia – conclude Sammartano – mostra nel grottesco una bruciante verità: che la società degli “uomini”, nel suo insieme non ha saputo costruire che una lenta, inesorabile distruzione comune”.

Giorgia Trasselli (ph. Francesco Fiorello)
(1) Giorgia Trasselli ha studiato recitazione presso il Teatro Stabile di Roma. Al grande pubblico è nota per avere interpretato il ruolo della ‘Tata’ nella sit com Casa Vianello a fianco di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, iniziata nel 1988 e conclusasi nel 2007. E’ stata anche protagonista in vari sceneggiati televisivi tra cui: Diritto di difesa, Distretto di Polizia 2, Giochi pericolosi, Don Matteo 7, R.I.S. – Delitti imperfetti, e al cinema con Classe mista 3ª A, ed ha affiancato Mauro Serio nel gioco di Rai 2 Che fine ha fatto Carmen Sandiego?. È attrice nello spot del formaggio Leerdammer, in cui veste i panni della cartomante assieme all’attrice Cinzia Mascoli, nello spot di Dash smacchiatore con Fabio De Luigi, nello spot delle Gocciole Pavesi interpretando la suocera di Tarzan e nello spot della Banca Mediolanum accanto allo storico testimonial e Presidente Ennio Doris.

Giancarlo Ratti (ph. Francesco Fiorello)
(2) Giancarlo Ratti ha studiato con l’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Tra gli spettacoli a cui ha preso parte nella sua carriera teatrale si ricordano Calcoli, La parola ai giurati (che non è l’omonimo film), Abbiamo due ore di vantaggio e Va tutto storto, tutti rappresentati tra il 2006 e il 2007. Ha partecipato a vari programmi radiofonici a partire dalla fine degli anni ‘90; dal 2004 fa parte del cast della trasmissione Il ruggito del coniglio. Nel 2006 ha partecipato alla commedia radiofonica Nessuno è perfetto di Linda Brunetta, al fianco tra gli altri di Maria Amelia Monti . Nel 2008 ha partecipato alla serie tv I Cesaroni. Sempre nel 2008 ottiene il suo primo ruolo cinematografico nel film Colpo d’occhio, di Sergio Rubini, nel ruolo di Nicola.
NOTTI IN MUSICA
Per le Notti in musica a Segesta, sulla Collina del Tempio, domenica 28 luglio, alle 22, “Toscanini in Jazz”, con Francesca Bongiovanni (voce), Davide Lauricella (chitarra jazz), Rosario Montalbano (basso elettrico), Mauro Patti (batteria). L’ensemble selezionato dal Dipartimento Jazz in rappresentanza dell’istituto ha appena ricevuto la menzione speciale della giuria al Sicily Jazz Contest 2019 di Acireale destinato ai 6 conservatori siciliani ed ha avuto grandi apprezzamenti dal pubblico e dagli addetti ai lavori; eseguirà nuovi arrangiamenti di standard jazz e brani originali.
Domenica 28 luglio a Calatafimi Segesta “Danzando tra le righe”.
Promenade nelle vie principali del paese ed esibizione finale alle 21,30 in piazza Cangemi di danza storica. Spettacolo conclusivo del laboratorio “Danze e Gran Balli nella letteratura, tra la fine del Settecento e l’Ottocento”, che si è svolto dal 26 al 28 luglio nella biblioteca comunale, a cura di Carla Favata. Partecipa la Compagnia Internazionale di Danza Storica Harmonia Suave.
LUNEDI’ 29 ALLE 19,45 “TROIANE” DI EURIPIDE – PRIMA NAZIONALE.
Troia è distrutta, gli uomini uccisi e le donne rese schiave dagli eroi greci. Nell’attesa del vento propizio che farà salpare le navi per tornare in patria, davanti alle rovine della città, le Troiane attendono il compiersi del loro destino. Cassandra prevede la sua disgrazia e quella del suo nuovo padrone, Agamennone, una volta rientrati in Grecia; Elena, condannata a morte da Menelao, cerca invano di avere salva la vita, poiché Ecuba rivela la colpevolezza della donna adultera; Andromaca piange le forzate nozze con Neottolemo, il figlio Achille. La sentenza più tragica arriva poco prima della partenza. L’esercito greco, per paura di una ribellione futura, impone la morte del giovane Astianatte, figlio di Ettore e Andromaca: verrà lanciato vivo dalle rocche di Troia. Compiuti i riti funebri, le prigioniere guardano per l’ultima volta la loro patria: una terra afflitta, materna solo a figli privi di vita.
Prima nazionale lunedì 29 luglio per “Troiane” tratto da Euripide, testo e regia di Salvatore Cannova, con Eletta Del Castillo, Selene Demaria, Luciano Sergiomaria Falletta, Valentina Ghelfi, Clara Ingargiola, Edoardo Monteforte, Elvira Scorza. Scene e costumi: Salvatore Cannova. Canti e musiche originali: Salvatore Cannova (Anadius taimon) e Emanuele Spatola (Menelao). Assistente alla regia: Chiara Gambino Assistente alle scene: Paolo Cannova Adattamenti e modifiche sartoriali: Ninetta Litro Produzione Compagnia Fenice Teatri – G273 Produzioni Con il sostegno di Spazio Marceau – Laboratorio Tango – Calatafimi Segesta Festival/ Dionisiache 2019 – I Ciclo di Rappresentazioni Contemporanee di Siracusa.
“Per capire il profondo significato di questa tragedia, ci viene in aiuto una frase di Lev Tolstoj: Note del regista Salvatore Cannova. “Togli il sangue dalle vene e versaci dell’acqua al suo posto: allora sì che non ci saranno più guerre”. Il desiderio di supremazia ha sempre prevalso sulla ragionevole cooperazione, anche oggi che i conflitti si sono solo spostati geograficamente. Guerra è morte del senso civico, decesso della ratio, estinzione del logos. Eppure sembra che non si comprenda, o che non si voglia comprendere, quanto sia assurdo dare vita a un evento così barbaro. Le Troiane, la barbarie, l’hanno vista coi loro occhi e continuano ad averla di fronte alle loro tende, in quella pianura. I resti di Troia, segni tangibili di una fine, sanciscono l’inizio del dramma: quello di chi resta e piange i propri morti; quello di chi ha perso tutto e non può fare a meno di obbedire agli ordini del vincitore. Sono donne che hanno visto morire figli, mariti, fratelli. Donne succubi della supremazia maschile a cui è stata negata ogni volontà, anche quella di tenere i propri capelli: segno di libertà e di forza. Immagino le Troiane come madri, figlie e sorelle che parlano ancora in “greco antico”. Immagino Ecuba interpretata da un uomo, poiché “indifeso” è qualunque essere umano incapace di agire, che rinnegando la guerra in cui si trova, ne è vittima. Immagino delle vicende capaci ora di far sorridere, ora di far riflettere”.
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Comunicato stampa del 18.07.2019

AL VIA VENERDI’ 19 DIONISIACHE 2019 CON L’OMAGGIO AL GIUDICE PAOLO BORSELLINO
SABATO 20 “ILIADE. DA OMERO A OMERO” CON SEBASTIANO LO MONACO
DOMENICA 21 “PENELOPE. IL GRANDE INGANNO”, IN COLLABORAZIONE CON INDA

Oltre 50 spettacoli, 17 concerti con 4 notti bianche, 5 conferenze e 2 eventi speciali dedicati alla Luna e alle stelle. Fitto il programma (in allegato) delle Dionisiache 2019, curato dal direttore artistico Nicasio Anzelmo, che va dal 19 luglio fino al 1° settembre prossimo. Le Dionisiache 2019 prendono il via domani, venerdì 19 luglio, ore 19,45, a Segesta, nel ricordo di Paolo Borsellino, con il concerto organizzato dall’Associazione Nazionale Magistrati, con il patrocinio della Commissione Nazionale Antimafia, dal titolo “In coro per la legalità”. Coro e sestetto del Conservatorio “A. Scontrino” di Trapani, direttore Antonio Giovanni Bono, Laura Sabella, violino I, Antonio Stellino, violino II, Vincenzo Bono, viola, Vincenzo Toscano, violoncello, Alessio Cordaro, contrabasso, e Giovanni Norrito, pianoforte. Musiche di Bach, Mozart, Rheinberger, De Marzi e Clausen. In programma anche letture dedicate a Paolo Borsellino con la partecipazione di Jolanda Piazza. Ingresso gratuito. “Abbiamo un ricco programma di spettacoli a Segesta per questa edizione 2019. L’autonomia gestionale del Parco, da tanto tempo discussa e oggi realizzata dall’amministrazione regionale – spiega il direttore del Parco Rossella Giglio – comincia con importanti attività di valorizzazione al teatro e al tempio. Due spazi concepiti per l’aggregazione e la condivisione di momenti di particolare suggestione: cominciamo commemorando Uomini e Donne dello Stato, proseguiremo con teatro antico, musica, conferenze, osservazione delle stelle e dei pianeti, novità sui “buchi neri”, gastronomia, dibattiti e anche un “assaggio” di cinema di qualità. E’ solo l’inizio di tante cose da fare – aggiunge il direttore Giglio – restauri e manutenzioni, scavi e ricerche, viabilità, accoglienza, una serie di attività e servizi per rendere più accogliente Segesta, la “casa” di tutto il territorio circostante e dei turisti che, senza presunzione riteniamo numerosi, verranno a visitarci. Noi lavoreremo con lo stesso immutato impegno per condividere momenti di gioia all’insegna della cultura e dello spettacolo”, conclude Rossella Giglio. “Le Dionisiache sono nate come un momento di festa, la festa del teatro e della musica, dove i protagonisti sono sempre gli uomini che continuano a raccontarci le loro storie e i loro destini, i loro amori e le loro passioni”, dice il direttore artistico Nicasio Anzelmo. “Testimoni le pietre, le antiche pietre segestane, e su quelle stesse pietre millenarie – aggiunge – continuano ad incontrarsi le vite di servi e padroni, di eroi e dei immortali che irrompono ancora con forza nella quotidianità della nostra esistenza. Le Dionisiache sono custodi della dimensione aggregativa e collettiva del teatro vissuto ancora come “rito”.
Sabato 20 luglio, alle ore 19.45, comincia il programma del cartellone con “Iliade. Da Omero a Omero”, con Sebastiano Lo Monaco, testo originale e montaggio di Monica Centanni, gli archi del Quartetto Aretuseo, laptop e musiche originali Dario Arcidiacono. Sebastiano Lo Monaco, uno dei più versatili interpreti della tradizione teatrale italiana accetta la sfida di tradurre in scena il poema epico fondante della cultura occidentale e diventa il cantore che cuce in una nuova rapsodia i brani degli antichi racconti. Il montaggio testuale, operato dalla grecista Monica Centanni, fa proprie le ricerche filologiche sulla composizione del poema e sul suo strutturarsi nel tempo attraverso le tradizioni orali. L’attore è dunque l’aedo che scompone e riannoda i fili della narrazione, utilizzando materiali diversi, dagli episodi omerici ai brani tratti dalle opere teatrali che i grandi poeti tragici rielaborarono dal mito di Troia. La voce del cantore è supportata da un tessuto musicale che a volte si fa personaggio, dialogano con l’interprete il Quartetto Aretuseo e Dario Arcidiacono con le musiche elettroniche eseguite dal vivo. Questa Iliade ricapitola la storia della spedizione achea contro la rocca di Priamo dall’inizio alla fine: dagli amori di Elena e Paride, fino all’inganno del cavallo, la conquista e l’incendio della città, la spartizione delle donne dei vinti, le principesse troiane fatte schiave dai vincitori. Storie di eroi – Achille, Ettore, Ulisse – che nell’impresa mettono alla prova il limite e la qualità del loro singolare valore e intanto, insieme, disegnano la variegata costellazione dei valori su cui si fonda, nel bene e nel male, la civiltà occidentale: amicizia, coraggio, lealtà, carattere, astuzia, passione, ragione. Storie di dei – Atena, Poseidone, Ares, Afrodite – che si schierano in battaglia al fianco degli uomini per dar prova non solo del loro potere, ma della loro stessa esistenza.
Domenica 21 luglio alle 19.45 appuntamento con “Penelope. Il grande inganno”, in collaborazione con l’Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa, di Manuel Giliberti, che è anche regista, e Gian Paolo Renello, con Deborah Lentini, Elvio La Pira, Giulia Valentini, Rosario D’Aniello, Mattia Valenti, Alessandro Mannini, Luigi Mancuso, Chiara Meschini, Claudia Bellia, Federica Cinque, Serena Chiavetta, Simona De Sarno. La voce di Omero è di Calara Galante; costumi di Marcella Salvo, musiche di Antonio Di Pofi, movimenti  di Serena Cartia, organizzazione e direzione di scena  Giovanni Ragusa.
Nel XXIV canto dell’Odissea i versi dedicati a Penelope la immortalano dunque “moglie di grande virtù” “nobile figlia di Icario”, “saggia Penelope”.Ma cosa accade veramente nella reggia di Itaca ,  durante quei lunghi venti anni che tennero Odisseo lontano dall’isola? Dieci lunghi anni di guerra durante i quali alla reggia non giungevano notizie di alcun tipo e dopo, altri lunghi anni, dieci anche questa volta, in cui l’eroe vagò per il mare Egeo sfidando mostri, conquistando o amando dee e fanciulle? Penelope il grande inganno vuole raccontare proprio quei venti anni nei quali in realtà nulla sappiamo di cosa avviene realmente ad Itaca. Quale è la relazione tra Penelope e le sue ancelle? E i Proci come vivono veramente l’occupazione del palazzo? Con quali relazioni?  Con quali accordi? Chi le vittime e chi i complici? Il testo scegliendo la forma del flashback inizia quando tutto è avvenuto. Penelope e le ancelle, al pari di tutti gli altri protagonisti della vicenda sono già morti. Ormai incorporei possono rivedere e rivivere quel loro passato,consapevoli di ciò che è avvenuto ma anche disposti a spogliarsi delle loro vesti iconiche per raccontare il vero. In questo racconto tutti sono posti in posizione paritaria:Penelope, le ancelle (che con richiamo alla grande tragedia greca costituiscono il coro), Elena che non rinuncia neanche nella sua condizione di noncorporeità alla esibizione di sé, Odisseo sempre intento a mascherare la realtà a suo consumo. La narrazione è leggera, a volte comica, sempre pervasa da ironia. Le fonti spaziano da Omero a Euripide a Ovidio  a Gorgia fino ad autori contemporanei quali Savinio,Ritzos, Malerba,Atwood. La figura di Penelope attraverso le narrazioni successive muta, diviene altro. Sempre alla ricerca di una verità identitaria che la figurina omerica ha sempre nascosto sotto un conformismo rassicurante.
“Notti in musica al Tempio di Segesta”
Parallelamente al calendario delle rappresentazioni, anche quello musicale con le “Notti in musica al Tempio di Segesta” domenica 21 luglio, alle ore 22, Uri Caine Trio: Uri Caine, piano, Mark Helias, contrabbasso, Clarence Penn, batteria. Nato a Filadelfia nel 1956 da una famiglia di intellettuali di origine Moldava, Uri Caine studia il pianoforte classico ed è fortemente attratto dai pianisti di Jazz. La sua crescita artistica è costellata da un alternanza di progetti legati alla musica classica e da personali rivisitazioni di Malher, Schuman e Bach, e di progetti squisitamente jazzistici con il suo storico Trio con il contrabbassista Drew Gress e il batterista Ben Perowsky ma anche quale partner prima del clarinettista Don Byron e successivamente del trombettista Dave Douglas ove il jazz si fonde con elementi Klezmer, e con il quale alla fine degli anni 90 comincia ad essere apprezzato dalla critica internazionale. Ulteriore popolarità gli conferisce la direzione della Biennale di Venezia del 2003, la direzione artistica di Bergamo Jazz. Musicista caro al pubblico della classica quanto a quello del jazz, Uri Caine è uno dei pianisti più richiesti e consacrati del panorama mondiale della musica colta.

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