Al Teatro Antico La Commedia degli Errori di Shakespeare
La Commedia degli Errori, di Shakespeare, diretta da Graziano Piazza. Il 27 agosto, alle 19.15, al Teatro Antico di Segesta, ancora uno spettacolo di prestigio per il Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2018, la manifestazione organizzata dal Comune di Caltafimi Segesta con la collaborazione del Parco Archeologico di Segesta e la direzione artistica di Nicasio Anzelmo (special ticket 18 euro). Sul palco Gaetano Carbone, Francesca Carocci, Andrea D’Amico, Cosimo Desii, Pier Francesco Di Consolo, Giuliana Di Dio, Federica Ferraro, Vincenzo Iantorno, Federico Lucidi, Mariano Matrone, Teresa Nardi, Antonino Palmeri, Marika Ruta, Tiziano Taliani, Serena Tassan, Serena Tozzi, Cristian Zandonella, Riccardo Avramo, Marius Gheorghe Bunduc.
La commedia degli equivoci, è uno Shakespeare ancora giovane che la scrive; è il più corto e il più farsesco dei suoi lavori: la maggior parte della comicità è data dai bisticci, giochi di parole e dagli scambi d’identità turbinosi.
La commedia degli errori racconta la storia di due coppie di gemelli identici separati dalla nascita. Antifolo di Siracusa ed il suo servo, Dromio di Siracusa, arrivano ad Efeso, che si scopre essere la città in cui vivono i loro fratelli gemelli, Antifolo di Efeso ed il suo servo, Dromio di Efeso. Quando i siracusani incontrano gli amici e i familiari dei loro gemelli, inizia una serie di incidenti basati sullo scambio d’identità che portano a baruffe, seduzioni quasi incestuose, l’arresto di Antifolo di Efeso, e le accuse di infedeltà, furto, pazzia e possessione diabolica.
Come nelle opere più mature del bardo, si insinua nella pièce la“commedia umana” che proprio nella comicità trova la sua riflessione sul mondo: ci fa sognare come nel Sogno di una notte di mezza estate e ci fa entrare in una realtà senza tempo e senza spazio come nel Racconto d’inverno. Il tempo regola tutto, dispone gli accadimenti come il regista nascosto che si diverte con i suoi stessi burattini. A Siracusa o a Efeso, oppure in un Oriente a noi abbastanza prossimo come i Balcani, dove tutto diviene acceso e vivo, quasi paradossale, questi giovani grandi interpreti cercheranno nello specchio la propria immagine riflessa, gli occhi ridenti del pubblico.

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